Il mondo del notariato si è ritrovato a Napoli, all’hotel Vesuvio, per una riflessione sulla professione, nel momento in cui il tumultuoso evolversi del contesto sociale richiede un continuo aggiornamento delle modalità di svolgimento di un ruolo tanto complesso e delicato.
Nel corso del convegno ‘La funzione notarile nel mutato contesto familiare e sociale’, organizzato dalla Fondazione Italiana del Notariato in collaborazione con il Consiglio Notarile di Napoli, sono stati affrontati numerosi temi: dall’attività di vicinanza alle istanze degli utenti, a quella di tutela delle situazioni connotate da ‘fragilità sociale’, dalla costante ricerca delle più appropriate forme di tutela contrattuale, alla operatività nell’ambito della riscossione dei tributi, dall’ammodernamento della funzione ‘al tempo di internet’ per migliorare il servizio al cittadino, fino alla conferma del ruolo e della responsabilità riaffermati dall’attenta elaborazione giurisprudenziale.
Al convegno hanno partecipato tra gli altri i Presidenti del Consiglio Nazionale del Notariato, Salvatore Lombardo, della Fondazione Italiana del Notariato, Massimo Palazzo, della Cassa Nazionale del Notariato, Mario Mistretta e del Consiglio Notarile di Napoli, Antonio Areniello. Folta la delegazione napoletana con i notai Paolo Aponte, Carmine Romano, Vincenzo Pappa Monteforte, Michele Nastri e Dino Falconio, i quali sono intervenuti nel dibattito con proprie relazioni. Hanno offerto interessanti spunti con le loro relazioni anche il Consigliere Nazionale del Notariato, Roberto Martino, il notaio Ubaldo La Porta, Associato di Diritto Privato all’Università degli Studi del Piemonte Orientale e il notaio Maurizio D’Errico, già Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato.
“Non mi sfugge – ha detto tra l’altro nel suo intervento il Presidente Areniello – so bene quanto oggi possa suscitare attrazione, forse anche ammirazione, un modello di attività notarile manageriale, nel quale ‘il notaio assegnerebbe la certificazione fidefaciente ed il ruolo di alto consulente dei contraenti ad un complesso organizzato aziendale, nel quale sia prevista la sua supervisione’, senza troppo apparire”.
“Ma altra – ha aggiunto – deve essere la nostra attrazione, l’ammirazione va rivolta, ne sono profondamente convinto, ad una realtà nella quale il notaio “deve apparire” e non soltanto parlare con i propri atti, affermando in maniera decisiva l’avvedutezza, l’accuratezza, la sensibilità, in una parola sapienza e cultura, sentita consapevolezza del ruolo fondamentale assegnatogli nella trama complessa dei sempre più diffusi traffici giuridici negoziali”.
“Sono certo – ha concluso Areniello – che in questa direzione la nostra funzione, nel mutato contesto familiare e sociale, conserverà quella centralità che giustifica la stessa esistenza”.
Il convegno – ha rilevato Salvatore Lombardo, Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato –
è particolarmente interessante perché vuole proiettare il notaio nel futuro, cioè guardare esattamente quale sarà il ruolo del notaio del futuro, senza perdere ovviamente le basi di quello che rappresenta il notaio fino ad oggi. Sentiamo tanto parlare di web, di informatica e quant’altro – ha osservato Lombardo – dei nuovi strumenti che possono essere utili al notaio per stipulare gli atti. Noi non abbiamo paura del futuro. Anzi siamo pronti a cavalcarlo e lo abbiamo già fatto.
Se oggi il Catasto e la Conservatoria dei Registri Immobiliari sono aggiornatissimi è proprio perché il notaio ha saputo prepararsi e dare le opportunità di poter aggiornare il tutto. E quindi noi siamo pronti anche a questa sfida del futuro, tenendo conto che questi nuovi mezzi sono rilevanti anche perché molto spesso sentiamo parlare di fake news. E allora chi è che può abolire le fake news nel campo del diritto, ma soprattutto nella certezza dei diritti? Il notaio – ha concluso il Presidente del Consiglio Nazionale – perché deve dare e continuare a dare garanzie e sicurezza.
Il convegno di oggi – ha detto nel suo intervento Massimo Palazzo, Presidente della Fondazione Italiana del Notariato – riguarda la funzione notarile al tempo di Internet, che è un’espressione sintetica per rappresentare la fase contemporanea della vicenda storica caratterizzata dall’avvento delle tecnologie info-telematiche, che non sono più semplicemente uno strumento di lavoro ma conformano anche il diritto. Ma questa non è l’unica discontinuità storica che si registra, perché si registra anche il passaggio da un’unica fonte di produzione del diritto, come è stata la legge negli ultimi 200 anni, a una pluralità di fonti e anche a una detipicizzazione delle fonti e si registra altresì un cambiamento della dottrina dell’interpretazione della legge, che non è più un’interpretazione meramente dichiarativa della volontà del legislatore, ma finisce per essere un’interpretazione sempre in qualche modo costitutiva.
Come diceva Gadamer – ha osservato ancora Palazzo – il testo da solo è muto, senza l’interprete trova compiutezza soltanto attraverso l’interpretazione-applicazione. Quindi se mettiamo insieme tutte queste vicende, la poliarchia delle fonti, il mutamento della dottrina dell’interpretazione e la tecnologia info-telematica, che conformano il diritto contemporaneo, ci rendiamo conto dei profondi mutamenti che ci sono stati non soltanto nella società e nella realtà economico-sociale, ma anche nella stessa funzione notarile, che ormai non è più quella del mero documentatore, ma è quella del partecipe alla costruzione dell’ordinamento giuridico.
C’è il tentativo – ha osservato il notaio Paolo Aponte – di individuare la funzione del notaio alla luce sia di quelle che possono essere le prospettive e i punti di vista interni al notariato, sia, soprattutto, di quelli che sono all’esterno, vale a dire la Cassazione e l’Antitrust che hanno due idee diametralmente opposte del notariato, della figura astratta di notaio, della figura del notaio come dovrebbe esercitare correttamente la sua funzione. Per l’Antitrust c’è un’impostazione più economica, per la Cassazione, ovviamente, un’impostazione più giuridica che quindi tiene conto di tutti gli interessi in qualche modo tutelati dalle norme che regolano la nostra materia. Quindi dal confronto di questo – ha concluso il notaio Aponte – si vede poi come la difficoltà sia di individuare nel codice deontologico un punto di equilibrio tra tutte le varie esigenze.
L’ intervento del notaio Carmine Romano ha avuto per oggetto l’attività notarile rispetto all’evoluzione dei modelli familiari. Fino a qualche anno fa – ha rilevato Romano – eravamo abituati a confrontarci con un unico modello familiare di riferimento, la famiglia nucleare fondata sul matrimonio. Oggi, invece, a seguito di interventi legislativi del 2012 in materia di filiazione naturale, del 2015 di divorzio breve e del 2016 di unioni civili e convivenze di fatto, abbiamo un proliferare di modelli familiari rispetto ai quali si pongono delle esigenze di regolamentazione diversa. Ad esempio mentre l’unione civile richiama quasi totalmente quella che è la disciplina del matrimonio, per le convivenze l’intervento del legislatore è stato molto ridotto e si dà all’autonomia privata un ampio margine per andare a disciplinare i rapporti tra conviventi. In questo ampio margine si introduce l’attività notarile per individuare quelli che sono gli strumenti patrimoniali migliori che più adeguatamente realizzino gli interessi dei conviventi.
Allo stesso modo, dal punto di vista successorio, mancando delle norme di riferimento che riconoscano ai conviventi i diritti di legittima, l’attività notarile deve essere proiettata a individuare quelli che sono gli strumenti migliori per la pianificazione di sostanze, quando la famiglia non sorga per effetto di matrimonio. Quindi – ha concluso il notaio Romano – nuovi scenari familiari, nuovi modelli e nuove soluzioni operative che devono essere predisposte dal notaio per queste fattispecie diverse rispetto a quell’unica fattispecie che era la famiglia fondata sul matrimonio.
La giornata – ha detto il notaio Vincenzo Pappa Monteforte – è stata caratterizzata da una serie di riflessioni sulla figura del notaio a fronte dei mutamenti normativi e sociali che si sono verificati negli anni. Abbiamo trattato tematiche estremamente interessanti sia sotto l’aspetto deontologico che per quanto riguarda l’esercizio concreto della nostra attività professionale. Io, in particolare, mi sono intrattenuto su quelle che possono essere le implicazioni fiscali, legate a determinati atti ricevuti dal Pubblico Ufficiale rogante.
Lo scenario che si prospetta ai nostri occhi è mutato con l’evolversi delle norme e del tempo, tant’è che le implicazioni che potranno derivare dalla stesura dei nostri atti sempre più riguarderanno non solo l’ambito delle imposte indirette ma anche quello delle imposte dirette. Su questo – ha concluso Pappa Monteforte – il Consiglio Nazionale dovrà interrogarsi, al fine di esprimere un progetto condiviso dalla categoria da prospettare agli organi della politica.
La seconda sessione del convegno è stata presieduta dal notaio Mario Mistretta, Presidente della Cassa Nazionale del Notariato.
La giornata di oggi organizzata dal notariato napoletano – ha osservato – è di particolare interesse perché ha la visione verso il futuro. Quindi si interroga con queste modalità molto particolari, molto analitiche la possibilità del notariato di dialogare con se stesso, con la società e con il futuro, che è la cosa principale. Gli interventi sono andati tutti in questa direzione: costruire un nuovo percorso di navigazione che dà certezza al sistema giuridico, garantito dalla nostra funzione che è utile con una sua trasformazione al mondo di internet per la società.
Partendo da un concetto di documentalità diversa che è quella della documentazione nel mondo di web, dove tutto è diventato documento – ha rilevato Il Consigliere Nazionale del Notariato Michele Nastri – si va a vederne le ricadute nella professione notarile. Il notaio come documentatore – cosa che c’è stata insegnata fin dagli anni ‘50 dalla dottrina giuridica – non può che rivedere le sue posizioni per diventare da una parte meno documentatore e sempre più giurista in un’accezione di giurista artefice del contratto più che semplice recipiente del contratto stesso e dall’altra parte come documentatore di una legalità nel web che diventa molto più complessa. E su questo si vanno a sviluppare tutte le iniziative, a cominciare dall’atto informatico nei suoi vari sviluppi, con la firma grafometrica e con quelli che saranno i prossimi progressi della grafometrica, la conservazione del documento informatico sia nell’ambito dell’atto notarile ma anche in un ambito molto più esteso dell’atto notarile, le nuove frontiere della contrattazione immobiliare (avvisi notarili e le aste telematiche del notariato) e poi tutto il mondo della nuova documentalità. Parliamo di blockchain, delle iniziative del Consiglio Nazionale del Notariato e della Notarchain che si sta sviluppando in tre o quattro direzioni diverse, come quella per esempio dell’albo unico delle professioni che dovrebbe consentire di attestare le qualifiche professionali nei confronti di tutto il mondo e nell’ambito dello Spid, cioè del Sistema Pubblico d’Identità Digitale. E parilamo anche, oltre alla blockchain, anche del progetto del notariato dei Registri sussidiari che abbiamo già presentato al Congresso di Palermo e che riguarderà una serie di iniziative. Anche qui la prima è quella del Registro degli amministratori di sostegno, ma per esempio abbiamo una disponibilità data al Ministero della Salute per registro nazionale delle Dat. Infine un accenno ai dati statistici che oggi vengono presentati alla categoria nella versione 2017 e che tra una ventina di giorni saranno presentati come primo rapporto comparativo 2016-2017 e anche questa diventa una realtà posta al servizio del Paese.
A conclusione dei lavori ha parlato il notaio Dino Falconio, del Consiglio Notarile di Napoli.
La Suprema Corte di Cassazione – ha detto Falconio – delinea una figura di notaio al passo con i tempi nella quale si coniugano la tradizione e il futuro. Molto più di quanto sia consapevole la stessa categoria notarile, la Cassazione individua nel notaio un’alta qualificazione giuridica al servizio dei cittadini per garantire la sicurezza dei traffici commerciali. Individua il rapporto con la sede come consustanziale al notariato ed inoltre ritiene la personalità della prestazione fattore imprescindibile della prestazione notarile. E questo sgombra il campo dall’idea che il fattore umano, che è dentro l’attività notarile, possa essere spazzato via da grandi organizzazioni.
Infine la Corte si domanda che cosa rimane del notariato se non si dà più spazio a questi valori e in particolare al valore della dignità della prestazione. Dignità della prestazione – ha concluso Falconio – che è il vero cuore del problema, perché se noi conosciamo il concetto di dignità dobbiamo saperlo calare nei tempi moderni e riconoscere che in ogni momento dignità ha due facce: diritto del cittadino a una prestazione dignitosa e correlativo dovere del notaio di fornire una prestazione dignitosa.