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Lunedì 13 maggio si è tenuto l’abituale incontro tra i notai del Distretto

Si è tenuto lunedì 13 maggio 2019 alle ore 16.30, presso i locali del Consiglio Notarile dei Distretti Riuniti di Napoli, Torre Annunziata e Nola, l’abituale incontro tra i notai del Distretto.

La riunione è stata dedicata all’approfondimento della recente sentenza n.8330/2019 con cui la Cassazione a Sezioni Unite ha composto il contrasto verificatosi nella precedente giurisprudenza di legittimità sugli edifici abusivi ed ha dettato i principi generali da applicare in questa materia.

Dopo il saluto del Presidente dei Notai di Napoli, Giovanni Vitolo, sono intervenuti il Prof. Avv. Riccardo Sgobbo, Presidente della Camera degli Avvocati Civili di Napoli ed il notaio Giuseppe Trapani, componente della Commissione Studi Civilistici del Consiglio Nazionale del Notariato.

Ci sono stati anche due interventi programmati dei consiglieri Paolo Aponte e Matteo D’Auria.

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Si è tenuto presso i locali del Consiglio Notarile di Napoli un seminario di studio sul tema del Terzo settore

L’incontro, organizzato dal Comitato Notarile della Regione Campania, ha costituito l’occasione per ricordare Maria Comenale Pinto, una collega particolarmente cara a tutto il Notariato napoletano, scomparsa nell’anno 2017, ravvivandone così il ricordo anche a chi tra i più giovani non ha avuto il piacere di conoscere una persona di grande sensibilità e di straordinarie qualità professionali e morali.

Nel corso dell’incontro il prof. Rolando Quadri ha tenuto una relazione sul tema “Enti del terzo settore e patrimoni destinati ad uno specifico affare”, mentre Ludovico Maria Capuano si è occupato nella sua relazione dei “Nuovi requisiti per il riconoscimento degli Enti del Terzo Settore ed il ruolo del notaio. Problematiche di diritto transitorio”.

E’ intervenuto all’incontro il prof. Ermanno Bocchini, giurista autorevole e ben noto, profondo conoscitore della materia e legato da sentimenti di amicizia alla collega scomparsa.

Nel corso della riunione è stata intitolata alla Comenale, con un gesto di forte valenza simbolica, la Commissione Studi societari istituita all’interno del Comitato Regionale Campano della quale è coordinatrice Teodora Scarfò.

 

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‘Strumenti, accordi e note di fine anno’, un concerto del Quintetto d’archi diretta dal Maestro Filippo Zigante

Ha ottenuto un grande successo la manifestazione ‘Strumenti, accordi e note di fine anno’, un concerto del Quintetto d’archi diretta dal Maestro Filippo Zigante organizzato dal Consiglio Notarile dei Distretti Riuniti di Napoli , Torre Annunziata e Nola presieduto dal notaio Antonio Areniello e dall’ Ancem, l’Associazione Napoli capitale europea della musica, presieduto dal notaio Dino Falconio, tenutosi il 27 dicembre nel salone del Consiglio Notarile di Napoli. Nel corso della manifestazione si è esibito il violino Alina Taslavan, con la partecipazione del soprano Marcella Parziale.

Sono stati eseguiti ‘Eine kleine nachtmusik, di Mozart, Adeste fideles di Anonimo, Danza Ungherese n.5 di Brahms, Silent Night di Gruber, Movie Fantasy di Morricone, Quanno nascette ‘o ninno di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, Pizzicato Polka di J.Strauss e White Christmas di Berlin.

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La funzione notarile nel mutato contesto familiare e sociale. Intervento del Presidente del Consiglio Notarile

Il mondo del notariato si è ritrovato a Napoli, all’hotel Vesuvio, per una riflessione sulla professione, nel momento in cui il tumultuoso evolversi del contesto sociale richiede un continuo   aggiornamento delle modalità di svolgimento di un ruolo tanto complesso e delicato. Nel corso del convegno ‘La funzione notarile nel mutato contesto familiare e sociale’, organizzato dalla Fondazione Italiana del Notariato in collaborazione con il Consiglio Notarile di Napoli, sono stati affrontati numerosi temi: dall’attività di vicinanza alle istanze degli utenti, a quella di tutela delle situazioni connotate da ‘fragilità sociale’, dalla costante ricerca delle più appropriate forme di tutela contrattuale, alla operatività nell’ambito della riscossione dei tributi, dall’ammodernamento della funzione ‘al tempo di internet’ per migliorare il servizio al cittadino, fino alla conferma del ruolo e della responsabilità riaffermati dall’attenta elaborazione giurisprudenziale.

Al convegno hanno partecipato tra gli altri i Presidenti del Consiglio Nazionale del Notariato, Salvatore Lombardo, della Fondazione Italiana del Notariato, Massimo Palazzo, della Cassa Nazionale del Notariato, Mario Mistretta e del Consiglio Notarile di Napoli, Antonio Areniello. Folta la delegazione napoletana con i notai Paolo Aponte, Carmine Romano, Vincenzo Pappa Monteforte, Michele Nastri e Dino Falconio, i quali sono intervenuti nel dibattito con proprie relazioni. Hanno offerto interessanti spunti con le loro relazioni anche il Consigliere Nazionale del Notariato, Roberto Martino, il notaio Ubaldo La Porta, Associato di Diritto Privato all’Università degli Studi del Piemonte Orientale e il notaio Maurizio D’Errico, già Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato.

“Non mi sfugge – ha detto tra l’altro nel suo intervento il Presidente Areniello – so bene quanto oggi possa suscitare attrazione, forse anche ammirazione, un modello di attività notarile  anageriale, nel quale ‘il notaio assegnerebbe la certificazione fidefaciente ed il ruolo di alto consulente dei contraenti ad un complesso organizzato aziendale, nel quale sia prevista la sua supervisione’, senza troppo apparire”.

“Ma altra – ha aggiunto – deve essere la nostra attrazione, l’ammirazione va rivolta, ne sono profondamente convinto, ad una realtà nella quale il notaio “deve apparire” e non soltanto parlare con i propri atti, affermando in maniera decisiva l’avvedutezza, l’accuratezza, la sensibilità, in una parola sapienza e cultura, sentita consapevolezza del ruolo fondamentale assegnatogli nella trama complessa dei sempre più diffusi traffici giuridici negoziali”.

“Sono certo – ha concluso Areniello – che in questa direzione la nostra funzione, nel mutato contesto familiare e sociale, conserverà quella centralità che giustifica la stessa esistenza”.
Il convegno – ha rilevato Salvatore Lombardo, Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato – è particolarmente interessante perché vuole proiettare il notaio nel futuro, cioè guardare
esattamente quale sarà il ruolo del notaio del futuro, senza perdere ovviamente le basi di quello che rappresenta il notaio fino ad oggi. Sentiamo tanto parlare di web, di informatica
e quant’altro – ha osservato Lombardo – dei nuovi strumenti che possono essere utili al notaio per stipulare gli atti. Noi non abbiamo paura del futuro. Anzi siamo pronti a cavalcarlo e lo abbiamo già fatto.

Se oggi il Catasto e la Conservatoria dei Registri Immobiliari sono aggiornatissimi è proprio perché il notaio ha saputo prepararsi e dare le opportunità di poter aggiornare il tutto. E quindi noi siamo pronti anche a questa sfida del futuro, tenendo conto che questi nuovi mezzi sono rilevanti anche perché molto spesso sentiamo parlare di fake news. E allora chi è che può abolire le fake news nel campo del diritto, ma soprattutto nella certezza dei diritti? Il notaio – ha concluso il Presidente del Consiglio Nazionale – perché deve dare e continuare a dare garanzie e sicurezza.
Il convegno di oggi – ha detto nel suo intervento Massimo Palazzo, Presidente della Fondazione Italiana del Notariato – riguarda la funzione notarile al tempo di Internet, che è un’espressione sintetica per rappresentare la fase contemporanea della vicenda storica caratterizzata dall’avvento delle tecnologie info-telematiche, che non sono più semplicemente uno strumento di lavoro ma conformano anche il diritto. Ma questa non è l’unica discontinuità storica che si registra, perché si registra anche il passaggio da un’unica fonte di produzione del diritto, come è stata la legge negli ultimi 200 anni, a una  pluralità di fonti e anche a una detipicizzazione delle fonti e si registra altresì un cambiamento della dottrina dell’interpretazione della legge, che non è più un’interpretazione meramente dichiarativa della volontà del legislatore, ma finisce per essere un’interpretazione sempre in qualche modo costitutiva.

Come diceva Gadamer – ha osservato ancora Palazzo – il testo da solo è muto, senza l’interprete trova compiutezza soltanto attraverso l’interpretazione-applicazione. Quindi se mettiamo insieme tutte queste vicende, la poliarchia delle fonti, il mutamento della dottrina dell’interpretazione e la tecnologia info-telematica, che conformano il diritto contemporaneo, ci rendiamo conto dei profondi mutamenti che ci sono stati non soltanto nella società e nella realtà economico-sociale, ma anche nella stessa funzione notarile, che ormai non è più quella del mero documentatore, ma è quella del partecipe alla costruzione dell’ordinamento giuridico.

C’è il tentativo – ha osservato il notaio Paolo Aponte – di individuare la funzione del notaio alla luce sia di quelle che possono essere le prospettive e i punti di vista interni al notariato, sia, soprattutto, di quelli che sono all’esterno, vale a dire la Cassazione e l’Antitrust che hanno due idee diametralmente opposte del notariato, della figura astratta di notaio, della figura del notaio come dovrebbe esercitare correttamente la sua funzione.

Per l’Antitrust c’è un’impostazione più economica, per la Cassazione, ovviamente, un’impostazione più giuridica che quindi tiene conto di tutti gli interessi in qualche modo tutelati dalle norme che regolano la nostra materia. Quindi dal confronto di questo – ha concluso il notaio Aponte – si vede poi come la difficoltà sia di individuare nel codice deontologico un punto di equilibrio tra tutte le varie esigenze.

L’ intervento del notaio Carmine Romano ha avuto per oggetto l’attività notarile rispetto all’evoluzione dei modelli familiari. Fino a qualche anno fa – ha rilevato Romano – eravamo abituati a confrontarci con un unico modello familiare di riferimento, la famiglia nucleare  fondata sul matrimonio. Oggi, invece, a seguito di interventi legislativi del 2012 in materia di filiazione naturale, del 2015 di divorzio breve e del 2016 di unioni civili e convivenze di fatto, abbiamo un proliferare di modelli familiari rispetto ai quali si pongono delle esigenze di regolamentazione diversa. Ad esempio mentre l’unione civile richiama quasi totalmente quella che è la disciplina del matrimonio, per le convivenze l’intervento del legislatore è stato molto ridotto e si dà all’autonomia privata un ampio margine per andare a disciplinare i rapporti tra conviventi. In questo ampio margine si introduce l’attività notarile per individuare quelli che sono gli strumenti patrimoniali migliori che più adeguatamente realizzino gli interessi dei conviventi.

Allo stesso modo, dal punto di vista successorio, mancando delle norme di riferimento che riconoscano ai conviventi i diritti di legittima, l’attività notarile deve essere proiettata a individuare quelli che sono gli strumenti migliori per la pianificazione di sostanze, quando la famiglia non sorga per effetto di matrimonio. Quindi – ha concluso il notaio Romano – nuovi scenari familiari, nuovi modelli e nuove soluzioni operative che devono essere predisposte dal notaio per queste fattispecie diverse rispetto a quell’unica fattispecie che era la famiglia fondata sul matrimonio.
La giornata – ha detto il notaio Vincenzo Pappa Monteforte – è stata caratterizzata da una serie di riflessioni sulla figura del notaio a fronte dei mutamenti normativi e sociali che si sono verificati negli anni. Abbiamo trattato tematiche estremamente interessanti sia sotto l’aspetto deontologico che per quanto riguarda l’esercizio concreto della nostra attività professionale. Io, in particolare, mi sono intrattenuto su quelle che possono essere le implicazioni fiscali, legate a determinati atti ricevuti dal Pubblico Ufficiale rogante.

Lo scenario che si prospetta ai nostri occhi è mutato con l’evolversi delle norme e del tempo, tant’è che le implicazioni che potranno derivare dalla stesura dei nostri atti sempre più riguarderanno non solo l’ambito delle imposte indirette ma anche quello delle imposte dirette. Su questo – ha concluso Pappa Monteforte – il Consiglio Nazionale dovrà interrogarsi, al fine di esprimere un progetto condiviso dalla categoria da prospettare agli organi della politica.

La seconda sessione del convegno è stata presieduta dal notaio Mario Mistretta, Presidente della Cassa Nazionale del Notariato. La giornata di oggi organizzata dal notariato napoletano – ha osservato – è di particolare interesse perché ha la visione verso il futuro. Quindi si interroga con queste modalità molto particolari, molto analitiche la possibilità del notariato di dialogare con se stesso, con la società e con il futuro, che è la cosa principale. Gli interventi sono andati tutti in questa direzione: costruire un nuovo percorso di navigazione che dà certezza al sistema giuridico,
garantito dalla nostra funzione che è utile con una sua trasformazione al mondo di internet per la società.

Partendo da un concetto di documentalità diversa che è quella della documentazione nel mondo di web, dove tutto è diventato documento – ha rilevato Il Consigliere Nazionale del Notariato Michele Nastri – si va a vederne le ricadute nella professione notarile. Il notaio come documentatore – cosa che c’è stata insegnata fin dagli anni ‘50 dalla dottrina giuridica – non può che rivedere le sue posizioni per diventare da una parte meno documentatore e sempre più giurista in un’accezione di giurista artefice del contratto più che semplice recipiente del contratto stesso e dall’altra parte come documentatore di una  legalità nel web che diventa molto più complessa. E su questo si vanno a sviluppare tutte le iniziative, a cominciare dall’atto informatico nei suoi vari sviluppi, con la firma grafometrica e con quelli che saranno i prossimi progressi della grafometrica, la  conservazione del documento informatico sia nell’ambito dell’atto notarile ma anche in un
ambito molto più esteso dell’atto notarile, le nuove frontiere della contrattazione immobiliare (avvisi notarili e le aste telematiche del notariato) e poi tutto il mondo della nuova documentalità. Parliamo di blockchain, delle iniziative del Consiglio Nazionale del Notariato e della Notarchain che si sta sviluppando in tre o quattro direzioni diverse, come quella per esempio dell’albo unico delle professioni che dovrebbe consentire di attestare le qualifiche professionali nei confronti di tutto il mondo e nell’ambito dello Spid, cioè del Sistema Pubblico d’Identità Digitale. E parilamo anche, oltre alla blockchain, anche del progetto del notariato dei Registri sussidiari che abbiamo già presentato al Congresso di Palermo e che riguarderà una serie di iniziative. Anche qui la prima è quella del Registro degli amministratori di sostegno, ma per esempio abbiamo una disponibilità data al Ministero della Salute per registro nazionale delle Dat. Infine un accenno ai dati statistici
che oggi vengono presentati alla categoria nella versione 2017 e che tra una ventina di giorni saranno presentati come primo rapporto comparativo 2016-2017 e anche questa diventa una realtà posta al servizio del Paese. A conclusione dei lavori ha parlato il notaio Dino Falconio, del Consiglio Notarile di Napoli.

La Suprema Corte di Cassazione – ha detto Falconio – delinea una figura di notaio al passo con i tempi nella quale si coniugano la tradizione e il futuro. Molto più di quanto sia consapevole la stessa categoria notarile, la Cassazione individua nel notaio un’alta qualificazione giuridica al servizio dei cittadini per garantire la sicurezza dei traffici commerciali. Individua il rapporto con la sede come consustanziale al notariato ed inoltre ritiene la personalità della prestazione fattore imprescindibile della prestazione notarile. E questo sgombra il campo dall’idea che il fattore umano, che è dentro l’attività notarile, possa essere spazzato via da grandi organizzazioni.

Infine la Corte si domanda che cosa rimane del notariato se non si dà più spazio a questi valori e in particolare al valore della dignità della prestazione. Dignità della prestazione – ha concluso Falconio – che è il vero cuore del problema, perché se noi conosciamo il concetto di dignità dobbiamo saperlo calare nei tempi moderni e riconoscere che in ogni momento dignità ha due facce: diritto del cittadino a una prestazione dignitosa e correlativo dovere del notaio di fornire una prestazione dignitosa.

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I contributi di Alberto Auricchio a cinquanta anni dalla scomparsa

Il Presidente del Consiglio Notarile dei Distretti Riuniti di Napoli, Torre Annunziata e Nola, Antonio Areniello ha partecipato nell’Aula Pessina dell’Università Federico II alla giornata di studio dedicata ad Alberto Auricchio a 50 anni dalla sua morte. “La prima volta che ho sentito parlare di Alberto Auricchio – ha detto il Notaio Areniello nel suo indirizzo di saluto – è stato  nel corso di un colloquio con Raffaele Cicala, maestro della civilistica italiana che ho avuto la fortuna di frequentare per molti anni (anche se è andato via troppo presto) essendo fratello di mio suocero.
Ero incappato in una questione sulla rinunzia verso corrispettivo art. 478 sulla quale mi ero soffermato studiando per la preparazione al concorso”.

“Lui – ha spiegato ancora il Presidente dei Notai di Napoli – ne trattava nel testo sull’adempimento indiretto del debito altrui e dunque lo interpellai in ora notturna a lui congeniale: rimasi stupefatto quando, dicendomi che ne aveva trattato Auricchio, aggiunse “nu genio morto troppo presto”. Stupito perché chi conosce il prof. Cicala sa che non è aduso a facili complimenti. Durante gli studi ebbi poi modo di incontrarlo anche nel saggio sulla simulazione (parte senso formale e sostanziale)”.

“E’ dunque questo il ricordo che ho del professor Auricchio – ha concluso il Notaio Areniello – e ringrazio il Dipartimento di Giurisprudenza, l’Ordine degli Avvocati e la Camera degli avvocati
civili per questa bella giornata di studio, alla cui felice riuscita contribuiranno gli autorevolissimi relatori, giuristi di chiara fama che ne metteranno in luce i fondamentali contributi dottrinali.
Grato in particolare al professor Biagio Grasso, insigne civilista, amico carissimo del quale nel mio ruolo desidero ricordare l’appassionato impegno didattico profuso presso la nostra Scuola di
Notariato in un momento difficile, particolare direi di transizione, nel quale seppe dare il suo autorevole contributo divenendo punto  di riferimento per i ragazzi che si preparavano al difficile
concorso”.

Alla giornata di studio su Alberto Auricchio hanno partecipato insigni giuristi. Dopo i saluti del Magnifico Rettore dell’Università Federico II, Gaetano Manfredi, del Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, Maurizio Bianco, del Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza della Federico II, Lucio de Giovanni e del Presidente Areniello, sono intervenuti nel dibattito, presieduto dal Professore Emerito di Diritto Civile della Federico II Biagio Grasso, Paolo Pollice (Ordinario di Diritto Civile alla Federico II), Francesco Casavola, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, Biagio De Giovanni, Professore Emerito di Filosofia Politica all’Università L’Orientale, Pasquale Femia, Ordinario di Istituzioni di Diritto Privato all’Università Vanvitelli, Ubaldo La  Porta, Associato di Istituzioni di Diritto Privato all’Università del Piemonte Orientale Avogadro, Giacomo Travaglino, Presidente di Sezione della Corte di Cassazione, Giuseppe Guizzi, Ordinario di
Diritto Commerciale alla Federico II e Francesco Santoni, Ordinario di Diritto del Lavoro alla Federico II. Le conclusioni sono state affidate a Pietro Perlingieri, Professore Emerito di Diritto Civile
all’Università degli studi del Sannio.

 

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Le operazioni societarie straordinarie tra tradizione e innovazione nel ricordo di Carlo Santagata

Organizzato dall’Università Federico II e Parthenope, si è svolto a Napoli il convegno di studi “Le operazioni societarie straordinarie tra tradizione e innovazione nel ricordo di Carlo Santagata” nel corso del quale il Presidente Antonio Areniello ha portato il saluto del Consiglio Notarile dei Distretti Riuniti di Napoli, Torre Annunziata e Nola.

“Sono particolarmente lieto – ha detto Areniello – di portare il saluto del notariato napoletano a questo convegno di altissimo interesse scientifico ed operativo illustrato dalla presenza di eminenti giuristi”. “Ringrazio per l’invito – ha aggiunto il Presidente – l’Università Federico II, alla quale mi onoro di appartenere quale docente, e l’Università Parthenope, con la quale il notariato ha fecondi rapporti legati all’orientamento didattico ed alla convegnistica”.

“Un particolare ringraziamento – ha ancora detto il notaio Areniello – all’amico prof. Renato Santagata, in una giornata per lui particolarmente emozionante nel ricordo dell’illustre giurista prof. Carlo Santagata, del quale gli autorevoli relatori presenti tracceranno un ritratto di certo completo ed esaustivo”.

“L’argomento – ha concluso il Presidente del Consiglio Notarile dei Distretti Riuniti di Napoli, Torre Annunziata e Nola – è di grande interesse per il notariato, che nella quotidiana attività di qualificazione ed attuazione di fattispecie si imbatte costantemente nelle operazioni straordinarie e consentitemi una notazione: sono ben lieto che si affronti questo argomento che, dopo la sbornia convegnistica post riforma anche al nostro interno era stato un po’ accantonato, ed invece riveste problematica ed essenziale attualità”

Locandina FEDERICO II – PARTHENOPE

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L’incapacità, tra responsabilità sanitaria e tutela patrimoniale nella prassi notarile il diritto alla vita, alla salute, alla dignità ed all’autodeterminazione tra legge 24/2017 e legge 219/2017

Il Consiglio Notarile dei Distretti Riuniti di Napoli, Torre Annunziata e Nola è intervenuto con il Presidente Antonio Areniello e con il notaio Carmine Romano al convegno “Il diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all’autodeterminazione, tra legge 24/2017 e legge 219/2017. L’incapacità tra responsabilità sanitaria e tutela patrimoniale nella prassi notarile”, organizzato dal neonato gruppo DAT formato dall’Unione del Sindacato Specialisti in Medicina Legale (Sismel), con l’Associazione Valore Uomo e con l’Associazione Amici di Guido Stanzani (Ags).

La manifestazione è stata patrocinata dalla Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni, dal Sindacato Italiano degli Specialisti in Medicina Legale e delle Assicurazioni, dall’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Napoli, dall’Ordine degli Avvocati di Napoli, dal Consiglio Notarile dei Distretti Riuniti di Napoli, Torre Annunziata e Nola, e dalla Confederazione Italiana dei Gdp.

Il gruppo DAT, che nasce come Gruppo di Studio Interdisciplinare sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento, composto da Magistrati, Avvocati, Medici Legali e membri della società civile, ha voluto questo convegno per proporre un qualificato dibattito sul rilevante tema dell’incapacità, non solo in relazione alle specifiche competenze dello Specialista in Medicina Legale, unico interlocutore specializzato nel coniugare le conoscenze mediche con le esigenze dei giuristi, oltre che essere il punto di riferimento di medici e giuristi nell’ approccio multidisciplinare in campo medico-forense, ma per porre a confronto Avvocati, Magistrati e Notai su tematiche di rilevante impatto sociale.

“Sono particolarmente lieto di portare il saluto del notariato napoletano – ha detto il Presidente Areniello – a questa interessantissima giornata di studi su tematiche di altissimo valore sociale, scientifico ed operativo. Ringrazio per l’invito gli organizzatori e in particolare l’avv. Giuseppe Mazzucchiello, Presidente dell’Associazione Valore Uomo, di cui apprezzo la grande sensibilità su argomenti di grande impatto quali la tutela dei diritti umani e lo studio del danno alla persona.

“Tra le tante, la caratteristica che mi piace sottolineare di questo incontro di studio – ha aggiunto – è il comune denominatore che lega le questioni affrontate dagli autorevoli relatori, vale a dire una qualificata riflessione sul tema dell’incapacità, riguardato da diversi angoli di visuale e con approccio multidisciplinare davvero encomiabile”.

“Il notariato – ha concluso il Presidente del Consiglio Notarile di Napoli – è da sempre particolarmente attento a temi di impatto sociale, ed il legislatore nelle recenti normative – e penso all’amministratore di sostegno, alla legge del dopo di noi, alle disposizioni anticipate di trattamento – ha riconosciuto il ruolo importante del notaio nel porsi con la sua qualificata professionalità ed esperienza al servizio del cittadino in specie se accompagnato nella sua fragilità e dunque con una spiccata esigenza di tutela nei profili patrimoniali”.

Nel suo intervento il notaio Romano si è soffermato sul tema del ruolo del notaio “nella verifica della capacità del disponente nelle disposizioni anticipate di trattamento e nel testamento in generale, soprattutto in relazione alla categoria della capacità naturale, quindi della possibilità che il soggetto disponente abbia di avere una coscienza critica di quello che fa, di riuscire ad autodeterminarsi e quindi di volere consapevolmente le disposizioni sul fine vita e più in generale sulla materia testamentaria perché poi c’è una relazione biunivoca tra le materie perché i requisiti di capacità sono nella loro quasi totalità similari”. “La verifica della capacità nelle disposizioni anticipate di trattamento – ha osservato il notaio Romano – implica anche una considerazione di quello che è il consenso consapevole di colui il quale espone le sue disposizioni anticipate. Quindi la verifica della capacità implica anche una verifica dell’avvenuto confronto con il personale medico, affinché la disposizione anticipata possa dirsi adeguatamente ponderata da colui il quale esprime le sue disposizioni anticipate di trattamento”.

“Ovviamente – ha concluso – il notaio che interviene in un momento delicato, cioè costituire un argine per la verifica della possibilità del disponente di accedere a queste forme di disposizioni, deve lasciarsi guidare anche da un’altra considerazione: questi sono atti personalissimi, cioè nel momento in cui un soggetto è reputato incapace di farli non può essere sostituita la sua volontà da quella di un rappresentante legale, tanto è vero che molti parlano di incapacità giuridica nel momento in cui non è possibile accedere a queste forme di espressione dell’autodeterminazione. Quindi il ruolo diventa quanto mai delicato perché laddove l’analisi abbia risultato negativo il soggetto non può fare nè testamento, nè disposizioni anticipate di trattamento”.

Locandina convegno 11 maggio 2018

 

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Pordenonelegge: due appuntamenti con i notai alla Festa del Libro con gli Autori

Il Consiglio Notarile di Pordenone sostiene anche quest’anno la Fondazione PORDENONELEGGE e la Festa del Libro con gli Autori, una delle principali manifestazioni culturali di interesse nazionale dedicata alla letteratura e agli scrittori – arrivata ormai alla sua 18esima edizione – che si terrà dal 19 al 23 settembre prossimi a Pordenone.

Al Festival saranno presenti due notai che si dedicano sia alla professione notarile che alle loro passioni culturali. In questi incontri l’intento è infatti quello di mostrare il volto meno noto al pubblico, ma forse più affascinante, del notaio come uomo di cultura a tutto tondo. Protagonisti della precedente edizione, i notai Renato Carraffa di Roma e Dino Falconio di Napoli, le cui conferenze hanno suscitato enorme interesse presso il pubblico del Festival.

Gli appuntamenti di quest’anno saranno invece:

– sabato 22 settembre con il notaio Maurizio Corona di Cagliari, appassionato di studi storici, collezionista di soldatini e autore di pubblicazioni sui più importanti musei del settore, in un incontro con il prof. Franco Cardini, noto per essere uno dei più eminenti storici non solo italiani, e

– domenica 23 settembre con il notaio Remo Bassetti di Torino, pubblicista, scrittore, estroverso indagatore di nuovi orizzonti della letteratura, in una discussione con il curatore artistico del Festival, a sua volta poeta e scrittore, prof. Gianmario Villalta.

Per maggiori informazioni: www.pordenonelegge.it.

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Giornata Internazionale del Lascito Solidale – La nuova frontiera della filantropia “alla portata di tutti”

Le caratteristiche del testamento solidale e la sua crescente diffusione fanno del lascito solidale una delle forme più alte della filantropia moderna: le motivazioni, i valori, i modelli e i risultati della filantropia odierna accanto all’esempio di chi ha scelto di donare a chi ne ha più bisogno con un lascito solidale nelle ultime volontà. Perché chi sceglie di dare una conclusione nobile alla propria esistenza tramite un lascito solidale trasforma il suo testamento in una storia d’amore verso il prossimo e lancia un messaggio di speranza alle nuove generazioni.

“Amore […] sforzo operoso, di un individuo o anche di gruppi sociali, a promuovere la felicità e il benessere degli altri”. È questa la definizione del termine “filantropia”, oggi praticata in tutto il mondo da persone facoltose con alle spalle grandi patrimoni, nella logica di “restituire” alla società, in particolare alle categorie più bisognose o meritevoli, una parte importante di quanto accumulato in vita e contribuire alla soluzione dei grandi problemi che l’umanità deve affrontare ogni giorno. E numerosi sono i filantropi che hanno dichiarato di voler lasciare una traccia di sé anche quando non ci saranno più, anche diseredando fin da subito i figli: da Mark Zuckerberg che, con sua moglie Priscilla, ha donato il 99% delle azioni di Facebook (ovvero 45mld di dollari) alla sua organizzazione filantropica con l’obiettivo di promuovere l’uguaglianza tra le popolazioni del mondo, a Gordon Ramsay che ha diseredato i figli per fare del bene e insegnare loro il valore dei soldi, così come Warren Buffett, Elton John, Sting, Ashton Kutcher e Simon Cowell.

E se si prova a chiedere a Bill Gates quale sia il business più bello, il numero uno di Microsoft vi risponderà: “È la beneficenza”. Le sue non sono solo parole: insieme a sua moglie Melinda French e Warren Buffett, ha dato vita a “The giving pledge” (la promessa di donare), che invita le persone più ricche (hanno già aderito da Mark Zuckerberg, Michael Bloomberg, il fondatore della Cnn Ted Turner, il banchiere David Rockefeller e molti altri) a impegnare più della metà dei propri averi in beneficenza, durante la vita o con il testamento, nella logica – tipicamente anglosassone – di “restituire” così la propria fortuna alla collettività. Si tratta del progetto filantropico più mastodontico realizzato nella storia, con un capitale complessivo che supera di gran lunga i volumi finanziari di uno Stato di medie dimensioni.

Diversamente dagli Stati Uniti, in Europa non è mai stata pienamente condivisa la funzione “sociale” della grande filantropia privata (lo Stato gioca infatti un ruolo di rilievo nel garantire una serie di diritti/servizi fondamentali). Ciò non vuol dire che non ci siano, anche nel vecchio continente, esempi di filantropia e/o mecenatismo privati comparabili per dimensioni con quelli di oltreoceano: si pensi ai francesi Bernard Arnault (Fondation Vuitton) e François Pinault (Bourse de Commerce, ma anche Palazzo Grassi e Punta della Dogana a Venezia). Inoltre, nel nostro Paese, negli ultimi dieci anni, il numero delle Fondazioni filantropiche è raddoppiato (ora sono 1.600), nel solo 2016 le Fondazioni bancarie hanno erogato oltre 1 miliardo di euro (+10% rispetto ai 936,7 milioni del 2015), mentre le Fondazioni di impresa (131) hanno erogato nel 2015 circa 200 milioni. Sono inoltre cresciute le elargizioni dei High Net Worth Individuals (HNWI) (1),  coloro che in Italia detengono un patrimonio superiore al milione di euro: nel 2015 il 91% di loro ha effettuato una donazione (+11% rispetto al 2014) e il 27% ha aumentato le proprie elargizioni (+13%). E sebbene in Italia non sia possibile diseredare i parenti perché il nostro ordinamento giuridico tutela la famiglia fino al sesto grado di parentela, si può destinare la quota disponibile per sostenere un progetto benefico.

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Pubblicato il Rapporto Annuale UIF della Banca d’Italia: le SOS dei notai continuano ad aumentare e rappresentano l’85% delle segnalazioni dei professionisti

A fronte di una complessiva contrazione delle SOS, registrata nell’ultimo anno e dovuta al naturale esaurirsi dei flussi connessi alle operazioni di voluntary disclosure, si rileva un nuovo incremento del numero delle segnalazioni da parte dei notai, evidenziato nella Relazione del Direttore dell’UIF, che commenta: “Il calo della componente relativa a operazioni di regolarizzazione di capitali detenuti all’estero si è riflesso in una diminuzione dei volumi di collaborazione dei professionisti, dato il ruolo da essi svolto soprattutto in fase di adesione alla procedura di rimpatrio; tale trend non riguarda i notai i cui apporti sono risultati in ulteriore crescita.

Nel dettaglio, con riferimento alle segnalazioni dei professionisti (ridotte complessivamente del 44%), nel Rapporto UIF, si sottolinea la diminuzione, nell’ordine, delle SOS inoltrate da studi associati, società interprofessionali e società tra avvocati (-93,4%), dottori commercialisti, esperti contabili e consulenti del lavoro (-72,8%), avvocati (-76,2%); un contributo in aumento deriva, invece, dalle società di revisione e dei revisori legali (+18%).

In assoluta controtendenza, si collocano i notai, le cui SOS, passate dalle 3.582, del 2016, alle 4.222, del 2017, rappresentano ben l’85% delle segnalazioni di operazioni sospette complessivamente inoltrate dai professionisti.

Nel Rapporto, si riconosce inoltre espressamente “l’importanza del ruolo svolto dal CNN, che ha tramitato quasi il 98% delle segnalazioni della categoria”.

Altro passaggio significativo del Rapporto UIF concerne la centralità degli organismi di autoregolamentazione, che, come detta la legge (art. 11, comma 2, d.lgs. n. 231/2007 e ss. mm. ii.), “sono responsabili dell’elaborazione e l’aggiornamento di regole tecniche in materia di procedure e metodologie di analisi e valutazione del rischio di riciclaggio e finanziamento del terrorismo” di supporto ai professionisti nell’adempimento degli obblighi antiriciclaggio.  Sul punto, si rammenta che il Consiglio Nazionale del Notariato ha predisposto ed approvato il proprio documento di regole tecniche, già oggetto di confronto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’UIF e la Guardia di Finanza, per il quale si attende il parere definitivo del Comitato di Sicurezza Finanziaria, secondo quanto prescritto dalla legge.