Continua a salire il numero degli italiani over 50 che hanno fatto, o hanno già preso in considerazione di fare, un testamento solidale. Una pratica di solidarietà che, nonostante il crollo delle donazioni nel nostro Paese, continua a registrare un trend di crescita sostenuto e costante. Un popolo di “piccoli, grandi filantropi” che sceglie di destinare anche solo una piccola parte del proprio patrimonio in beneficenza, affidandolo a prestigiose organizzazioni non profit in grado di garantire la massima efficacia e rendicontazione nell’impiego dei fondi devoluti e aprendo l’attitudine filantropica alla portata di tutti.
Sono circa 1,3 milioni di persone, pari al 5% della popolazione over 50 (25,5 milioni circa), gli italiani con oltre 50 anni di età che hanno già fatto, o sono orientati a fare, un lascito solidale. E se a questi si aggiunge un ulteriore 8% che prenderà probabilmente in considerazione l’idea di sostenere una organizzazione non profit attraverso un lascito testamentario, la platea di Italiani ultracinquantenni propensi al testamento solidale supera i 3,3 milioni di persone, mezzo milione (il 15%) in più rispetto al 2016. E se si va più indietro nel tempo, si scopre come il trend di crescita sia tanto sostenuto quanto costante: nel 2013, appena il 2% della popolazione over 55 aveva già fatto un lascito o avrebbe provveduto in tal senso.
È quanto è emerso dall’ultima Indagine sinottica di GFK Italia, che dal 2000 monitora con continuità il fenomeno delle donazioni private nel nostro Paese (1), presentata questa mattina nel corso dell’evento “Lascito, quindi sono. Siamo tutti filantropi” organizzato dal Comitato Testamento Solidale di cui fanno parte 21 prestigiose Organizzazioni no profit – ActionAid, AIL, AISM, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Aiuto alla Chiesa che Soffre Onlus, Amnesty International, Amref, CBM, Cesvi, Greenpeace, Intersos, Istituto Pasteur Italia Fondazione Cenci Bolognetti, OperationSmile Italia Onlus, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Progetto Arca, Telefono Azzurro, Unicef, Università Campus Bio-Medico di Roma – con il patrocinio del Consiglio Nazionale del Notariato, alla vigilia della Giornata Internazionale del lascito solidale, per la promozione della cultura della solidarietà testamentaria.
Ad aumentare, conferma l’Indagine GFK Italia, non è solo il numero degli Italiani che scelgono di donare con un lascito solidale nelle ultime volontà, ma anche la conoscenza dei lasciti testamentari: oggi il 57% degli over 50 (14,5 milioni) dichiara di sapere che cosa siano, rispetto al 52% del 2016. Un aumento percentuale di 5 punti corrispondente a 1,3 milioni di persone in più.
Il testamento solidale raccoglie in sé tutte le caratteristiche fondanti della filantropia moderna, nella volontà di prendersi cura dell’altro attraverso un’alta dose di professionalità e di competenze specifiche (dalla capacità di analisi e programmazione al saper “far rete” e individuare i partner pubblici e privati, nazionali e internazionali, più adatti a raggiungere lo scopo prefissato) aggiungendone una fondamentale: dà la possibilità di contribuire in maniera significativa al raggiungimento di un “bene comune” anche a chi si trova in una condizione economica, sociale, culturale e professionale non privilegiata come quella dei grandi filantropi che detengono grandi patrimoni.
“Grazie al testamento solidale – ha dichiarato Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e Segretario Generale della Lega del Filo d’Oro – anche una piccola somma di denaro può fare la differenza nell’ambito di una filantropia che diventa, realmente, a portata di tutti. Lo confermano le due testimonianze dei signori Carmine e Paolo che oggi hanno raccontato a tutti il perché della loro scelta di solidarietà. Inserire un lascito nelle ultime volontà è la massima espressione del donare e donarsi all’altro al di là del tempo e permette di affidare i propri averi nelle mani di solide organizzazioni non profit che operano ogni giorno con competenza, professionalità, trasparenza e possibilità di ‘fare rete’ con gli altri attori locali, nazionali e internazionali impegnati negli stessi ambiti, per pensare, partecipare e realizzare progetti concreti, efficaci, sostenibili e misurabili nei risultati. E sempre di più, lo confermano i dati dell’Indagine, gli italiani riconoscono l’importanza di questo gesto per la vita di tante altre persone che ne hanno bisogno”.